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7 ottobre 2011 5 07 /10 /ottobre /2011 09:15

IMG 4212 1Fa piacere scorrere il nutrito cartello di celebrità della cultura e dello spettacolo (Eugenio Scalfari, Corrado Augias, Lilli Gruber, Margherita Hack, Dacia Maraini, Ezio Mauro, Giovanni Minoli, Roberto Vecchioni, ecc) che arricchiranno la “Fiera delle Parole” 2011.
Delude invece apprendere che la città ospitante quest’anno non sarà Rovigo bensì Padova città di storia, e cultura per eccellenza.

E’ una sconfitta per la nostra a città e per i molti polesani abituati a questo tradizionale appuntamento. Difficile non pensare alle parole del candidato (oggi sindaco) Bruno Piva in campagna elettorale:
"Per noi cultura è l’elaborazione di concetti, non “La fiera delle Parole“. Per noi cultura non è l’effimera manifestazione, il fugace evento, la comparsata famosa, la giostra mediatica, il cicaleccio ideologico. Su questo, su tutto questo, io intendo confrontarmi con i cittadini, giudici naturali del mio progetto, senza accondiscendere alla liturgia di una politica spettacolo che, credo, abbia fatto il suo tempo". Ricordo queste frasi quasi a memoria. Sbalordisce l’estrema facilità sul come si collochino paletti sul significato di cultura e si “liquidi” senza complimenti il lavoro di molti operatori (associazione Cuore di carta) che da anni con pochissimi mezzi e soldi proponevano alla nostra comunità una manifestazione straordinaria e di successo.

L’averla “regalata” a Padova, signor Sindaco, mette a fuoco l’enorme solco che contraddistingue la sua giunta, forse più vocata al successo del turismo delle “notti bianche”, rispetto alla precedente.

E’ poco consolante leggere in proposito (nota assessore Nezzo del 10.08.2011) che altri enti (Regione, Provincia, ecc) non sono stati oggetto di critica quanto il Comune capoluogo senza dire altro.

Quanto accaduto è passato tra un silenzio imbarazzante di questa giunta nei confronti della propria comunità e del grande pubblico che in questi giorni avrebbe affollato i padiglioni del Censer.
Spiace polemizzare perché di politico c’è poco. La cultura non appartiene alla destra né alla sinistra.
Con “La Fiera delle parole” si è perduta un idea nuova, funzionante e collaudata di incontro tra pubblico e scrittori, cantanti, attori, magistrati, vignettisti dove si interloquiva liberamente. Una formula diversa e, forse, tra le poche nel nostro paese di qualità ed accesso per tutti.

Padova non ha esitato ed ha subito aperto le porte ospitando l’associazione, offrendo da subito gli spazi dell’università, del Palazzo della Ragione, di Palazzo Moroni.

A Rovigo, alla città sono rimaste invece solo la pochezza in campo culturale della giunta Piva e la rabbia per una grossa occasione sprecata.

VANNI BORSETTO

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